Una porta dopo l’altra

La base della relazione terapeutica è la fiducia. Attraverso la fiducia si costituisce l’alleanza terapeutica. La durata di un percorso di psicoterapia dipende dalle molte variabili in gioco: l’età del soggetto, le capacità intellettive, le capacità introspettive, le resistenze al cambiamento, il grado di motivazione alla guarigione, la gravità di una determinata situazione sintomatologica (es ansia, fobie, depressione..), gli eventi esistenziali che possono intervenire nel corso della psicoterapia stessa. E’ difficile prevedere quanto ognuno di questi fattori peserà.
Tuttavia, in generale, si tratta di un trattamento a medio-lungo termine La seduta dura circa 50 minuti.
Un tempo pre-definito risponde, per il paziente, ad una funzione “terapeutica” precisa: avendo a disposizione un preciso arco di tempo, la mente del paziente viene naturalmente “allenata” a selezionare contenuti realmente utili e importanti per il lavoro che si sta svolgendo. In tal modo si sconfigge l’eventuale tendenza a disperdersi in argomenti “futili” o non pertinenti , che hanno lo scopo di evitare l’avvicinamento a contenuti interni percepiti come troppo dolorosi, o sentimenti ritenuti eccessivi e pericolosi (es. rabbia troppo intensa).
E’ molto importante la puntualità che molte persone all’inizio interpretano come arrivare “per tempo” e quindi in anticipo. L’anticipo spesso risponde all’ansia di arrivare, all’urgenza di parlare. Allenarsi alla puntualità significa, in senso più ampio, imparare a contenere e gestire emozioni che sembrano sommergerci.
Il ritardo è l’altra faccia della medaglia. Il paziente è chiaramente libero di usare il tempo a sua disposizione come vuole ma, ritardando, ancora una volta cede alla tentazione inconscia di allontanarsi o evitare di affrontare determinate cose. E di fatto ruba tempo a se stesso. E’ chiaro che possa capitare di ritardare. Qui si parla di persone che hanno una evidente tendenza a reiterare questo comportamento.
Tutto ciò che avviene e viene detto durante le sedute è coperto dal segreto professionale, obbligo che il terapeuta è severamente tenuto ad osservare, pena la segnalazione all’Ordine degli Psicologi.
Il paziente, dal canto suo, è invitato a trattare con discrezione e riservatezza quanto emerge dai colloqui. Riportare ad un amico o ad un familiare una frase, un’osservazione, fuori dal contesto terapeutico, snatura i contenuti, ne toglie il senso originale, li “contamina” per così dire, creando confusione ed equivoci nella mente del paziente e nel suo rapporto con il terapeuta.
Quando il paziente si sottoponga a trattamento psicoterapeutico e contemporaneamente a trattamento farmacologico presso un professionista medico psichiatra, è previsto ed auspicabile un rapporto di collaborazione tra le due figure curanti. Questo naturalmente previo consenso del paziente unito alla garanzia che il confronto psicologo-psichiatra avverrà sul piano dell’andamento sintomatologico, cercando di preservare al massimo i contenuti personali della seduta.
Un percorso di psicoterapia richiede tempo, energie e soldi e una persona con una bassa motivazione tenderà ad interrompere il percorso prematuramente.
Il percorso di psicoterapia viene descritto, per molti pazienti, come un cammino in cui viene data la possibilità di aprire nuove porte, intraprendere nuovi percorsi prima sconosciuti e scoprire nuovi modi di affrontare problemi antichi, che apparivano insuperabili e che ora si superano con la consapevolezza di sé.